201912.05
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Un padre separato che aveva lasciato la moglie per l’amante  non avrà più  diritto di frequentare i figli.

Lo ha deciso una recentissima sentenza della Corte d’Appello di Lecce, sede di Taranto ( sent. 507/2019) , che ha analizzato una vicenda familiare durata più di sei anni dal momento della separazione. I motivi che hanno portato i giudici ad assumere questa drastica decisione sono essenzialmente due e faranno riflettere molti che potrebbero trovarsi in casi simili.

Iniziamo dal primo: l’uomo aveva un’amante e aveva lasciato la famiglia per andare a vivere con la nuova compagna. All’epoca le due figlie avevano 11 e 6 anni. Il padre, spiegandogli perché andava via da casa, aveva detto loro che non andava d’accordo con la moglie, ma non gli aveva detto di avere una relazione con un’altra donna.
Così le due bambine si trovano a vivere principalmente con la madre, che diventa il loro unico punto di riferimento. Cominciano a sviluppare «sentimenti di abbandono e di astio», come li descrive il tribunale, nei confronti del padre. Questi atteggiamenti nascono autonomamente nelle bambine, non perché la madre li abbia innescati o alimentati; anzi, è emerso nel processo che non aveva ostacolato le visite ai figli dell’ex marito.

Il secondo motivo, che diventa quello determinante, che ha indotto i giudici a dire stop alla possibilità di visite del padre: le figlie, che nel frattempo hanno raggiunto l’età di 17 e 12 anni, non lo vogliono più incontrare e lo hanno ribadito più volte e chiaramente sia al genitore stesso sia quando sono state ascoltate nel processo.
Il loro rifiuto è costante e netto. L’approfondimento dell’indagine ha dimostrato infatti che il rifiuto delle minori a vedere il padre non era stato provocato dalla madre ma era frutto della loro volontà, alla quale bisognava dare credito.

Se vi trovate in una situazione simile dovete considerare che i figli, seppur minori e sempre che non siano troppo piccoli, possono essere ascoltati dal Giudice della separazione, con ogni cautela per tutelare la loro psiche, senza la presenza dei genitori o dei loro avvocati e con il supporto  di persone specializzate nel trattare con i minori ( assistenti sociali e psicologi infantili). I ragazzini quindi possono dire la loro nel percorso di separazione dei genitori e manifestare i propri sentimenti, suggerendo al Giudice le soluzioni più adeguate per l’affidamento.

Il nostro Studio è a Vostra disposizione per aiutarVi a capire se e come agire, soprattutto a tutela della stabilità dei figli e del rapporto genitoriale.

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